La stazione di Casalecchio
di Mauro · 26/04/2015
CASALECCHIO 2006:
CRONACA DI UN LENTA AGONIA
Sulla sinistra si può osservare un disegno schematico dello sviluppo dei binari nel 1982, quando la stazione era presenziata e spesso si incrociavano i due convogli diretti o provenienti da Bologna.
In tempi relativamente recenti la connessione con la Stazione Centrale di Bologna fu convertita a doppio binario, ora non lo è più.
La stazione di Casalecchio aveva anche la funzione di supportare i collegamenti con il deposito locomotive della “ATC” ed un binario destinato ad accogliere convogli inerenti il traffico della linea Casalecchio-Vignola, gestita dalla “ATC”. Non mancava anche un raccordo industriale che serviva a trasferire il materiale estratto dal letto del fiume Reno dalle cave S.A.P.A.B.A.
Il fascio di binari per il movimento merci era composto da cinque binari.
Le foto ante ristrutturazione presentano la stazione ancora presenziata sia da un Capostazione titolare FS che da un addetto dell’ATC.
Oltre al traffico locale la stazione ha ospitato per lungo tempo la E 626-089 e la E 626-193, destinate al ripristino per la gestione del traffico merci sulla attuale Bologna-Vignola (gestione che non verrà mai effettuata, anche se dal 2008 verrà ripristinata la trazione elettrica – N.D.R. al 2018).
Diversi treni storici sono transitati da Casalecchio. Abbiamo ritratto il passaggio di un convoglio proveniente da Porretta trainato dalla mitica GR 740-143. Era esattamente il 4 gennaio del 2001 e già la sentenza di condanna della stazione era stata emessa.
Va rilevato inoltre che anche l’attuale sistemazione è destinata a scomparire perchè è previsto il totale interramento di tutta la struttura per l’eliminazione del passaggio a livello, quindi fra breve anche le recenti foto della stazione costituiranno un reperto storico…..recente.
SCOMPARE ANCHE IL BAR/TRATTORIA DELL’ADELE
Riportiamo quanto ha scritto in proposito con sincera emozione Gabriele Mignardi sul Resto del Carlino agli inizi del 2004
Non ha iscrizioni e non ne ha bisogno. Sta lì da cent’anni e continuerà la sua attività anche quando nel vecchio edificio non ci saranno più ferrovieri. È la Trattoria della Stazione, a Casalecchio la conoscono come ‘il Bituléin’. Prima dell’ultima guerra era un semplice chiosco dove gli avventori se ne andavano con un cartoccio di frittura di pesce di fiume, una cotoletta messa fra due fette di pane e un bicchiere di vino rosso. Poi, negli anni Cinquanta, per far posto ai fornelli e a qualche tavolino al coperto si fece una tettoia. Da trent’anni l’Adele mette a tavola i ferrovieri. Nella vecchia trattoria c’è il bollito e c’è il friggione. Dopo vennero i muri e un buon tetto. Dietro al bancone (che è quello di allora con i treni disegnati sul cristallo) c’era la Giuliana, poi arrivò l’Oreste ma ormai da trent’ anni c’è l’Adele. Forse per questo, a differenza di tutte le stazioni, qui non ha mai preso piede la ‘tavola calda’ o il ‘fast food’. Al ‘Bituléin d’la staziòn’ da sempre si mangia solo alla bolognese: tortellini, lasagne, tagliatelle, tortelloni, costoline in umido, arrosti di vitello, di lombo o di faraona e poi il bollito e il friggione. Il dolce, se proprio lo volete, è nel piattino con tre mandorle di torta di riso e una raviola. Il tavolino (ce ne sono dieci con le tovaglie a quadretti) però bisogna lasciarlo libero presto, perché i tempi sono ancora quelli dei ferrovieri: mezz’ora per un pasto come si deve senza attese e senza cerimonie. Il menù cambia solo con la stagione ed è appeso alla porta: prezzi chiari e porzioni adeguate. «Qui si è sempre speso il giusto perché per i ferrovieri la tariffa era quella e non si scappa — spiega Adele Monti, 75 anni, cuoca da sempre e, manco a dirlo, moglie di un ferroviere —. Anche adesso che ci sono i ‘buoni’ ci tengo ad offrire un buon pranzo. Di pubblicità non ho mai avuto bisogno perché «basta fare le cose per bene e la gente viene». E le ‘cose per bene’ sono le dodici ore passate in cucina, le 20-25 uova di sfoglia tirate al matterello tutti i giorni («nella mia cucina non è mai entrata una impastatrice o una macchina per tirare la sfoglia») e gli ingredienti scelti con attenzione. Inutile chiedere un biglietto da visita, si apre alle sei del mattino e si chiude alle otto di sera. Pranzo solo a mezzogiorno e avanti così fino alla scadenza del contratto con le ferrovie: la fine del 2005. L’Adele avrà 78 anni ma dopo di lei nessuno in famiglia ha l’intenzione di continuare.
(NDR: nel 2018 il “Bettolino” esiste ancora, anche se non è più dell’Adele… e si è un po’ modernizzato: la scheda di TripAdvisor qui)
La stazione prima della ristrutturazione
I lavori di ristrutturazione
Di notevole suggestione l’ultimo incrocio che mostra l’Ale642 (R 11432 per Bologna) e l’E464 (R 6265 per Porretta) mentre sullo sfondo un piccolo diesel (D 214-1013) manovra per il carico del materiale demolito. Il binario 1, già smantellato, è stato ricoperto dal marciapiede che nella foto risulta ancora al grezzo e non asfaltato. Si può notare inoltre che il binario 4 è già stato rimosso, come pure gli ultimi 3 binari dello scalo merci che ne comprendeva 6.
Altre due foto sono particolarmente significative perchè ritraggono gli ultimi due passaggi sul binario 1 della stazione in data 11 aprile 2003, data in cui il binario venne scollegato e smantellato e la stazione divenne fermata (14-15 aprile).
Una nota curiosa: la piccola loco da cantiere rimasta su di uno spezzone di binario è stata in seguito recuperata con mezzi stradali dalla ditta appaltatrice.
E’ anche riprodotto il disegno di un carro di servizio che già nell’anno 2001 occupava un binario dello scalo. La Coop Braccianti di Fano è stata la ditta appaltatrice dei lavori unitamente alla CLF coadiuvati dalle maestranze FS-RFI per la linea elettrica e gli impianti semaforici.
(Per quanto riguarda i disegni le misure indicate sono convertite per la scala H0)